IX° giorno: esplorazione area nord-ovest di Sebatu, poi trasferimento a Lovina con tappe intermedie a villaggi, risaie e templi sospesi nel tempo

 

Alzataccia in solitaria alle ore 6, in una giornata grigia, ma non piovosa.
Preparo le valigie, e poi prendo lo scooter  con l’idea di raggiungere il villaggio di  Taro e Semara Ratih Delodsema Village, situato a 10km di distanza dal Sebatu Tulen Villa, in direzione nord-ovest. Il tragitto per arrivarci è bellissimo ,dal momento che lungo la stradina si susseguono infinite risaie, palmeti, vari templi, piccoli immacolati villaggi tradizionali, fitte foreste che creano, in alcuni tratti, un tetto nel cielo sopra al casco. Mi fermo continuamente per fotografare ed esplorare, divertendomi così tanto da perdere la cognizione del tempo. Tra i vari templi visitati lungo il percorso, meritano una fermata soprattutto il Pura Dalem Desa Pakraman Bonjaka e il Pura Agung Gunung Raung Taro. Pura Agung Gunung Raung Taro, situato nel villaggio di Taro, distretto di Tegallalang, reggenza di Gianyar rappresenta un luogo sacro e un monumento storico del popolo balinese. La sua storia inizia nel VII° secolo, quando Maha Rsi Markandeya viaggiò dall’India a Giava orientale fino all’isola di Bali, ove diffuse gli insegnamenti indù e ove fondò il tempio. L’antico tempio presenta un’architettura insolita con 4 ingressi situati ai 4 angoli del vento. Inoltre le strutture sono unicamente in pietra nera o legno, verosimilmente originarie, senza l’uso di vernici e coloranti. Non è possibile accedere al tempio se non dietro permesso della comunità.

Lo si può però ammirare dall’esterno, e se il cancello è aperto e non c’è nessuno come nel mio caso, di prima mattina, ci si può inoltrare all’interno per scattare qualche foto. Il villaggio di Taro è uno dei più antichi di Bali, e sicuramente va visitato con maggior calma e tempo a disposizione. Non riesco a raggiungere l’area turistica del villaggio, nota come Delodsema e nemmeno il contiguo warung Semara Ratih con il suo splendido paesaggio naturalistico, ricco di foresta tropicale ed di alberi di bambù. Ritorno con lo scooter verso il Sebatu Villa e mi ricongiungo con la mia famiglia. Colazione veloce, consegna delle chiavi al gentilissimo staff (che non mi fa neanche pagare il noleggio di quelle 2 ore) e inizio del tour con Made alle ore 8.45.

Il tour comprende il trasferimento da Tegallalang a Lovina (77 km, 2,30h) con 3 fermate lungo la strada : il vilaggio Tua, le Risaie di Jatiluwih ed il Tempio Pura Ulun Danu Bratan. Dopo aver attraversato il bel tempio Pura Grya Gede Sangeh, la Foresta delle Scimmie di Sangeh e dei colorati campi di fiori, raggiungiamo il villaggio Tua, nel distretto di Marga, reggenza di Tabanan. Il villaggio di Tua è un tranquillo villaggio tradizionale situato al centro dell’isola, ad ovest di Tegallalang, diventato famoso per la presenza di una  vera meraviglia della natura, un enorme albero di FICUS (o Banyan) con dati impressionanti (letti in un cartello illustrativo all’ingresso): ficus di oltre 700 anni di vita, 70 metri di altezza, 6 metri di larghezza e 60 metri di circonferenza. L’albero, considerato sacro e avvolto da un energia mistica, si trova accanto ad un piccolo tempio, il Puri Babakan,  circondato da campagne, risaie e campi di fiori. L’albero segna l’ingresso al villaggio, la cui strada lineare lastricata, fiancheggiata dalle tipiche abitazioni balinesi e adornata da pali decorativi di bambù e da alberi di frangipane, termina a fondo cieco con il tempio Desa Adat Bayan. I paesaggi sono come al solito incantevoli e la passeggiata lungo il villaggio è estremamente piacevole. Sono presenti anche alcuni warung ove ci si può fermare per una pausa rilassante. All’area dell’albero, dotata anche di puliti bagni pubblici, si accede previa una donazione obbligatoria. Ci rimettiamo in auto e dopo una mezz’oretta, raggiungiamo, ad un’altitudine di 700 metri, Jatiluwih, circondata da montagne e foreste tropicali. Le Risaie di Jatiluwih (8-18, 40000 rupie adulto, 30000 rupie bambino) rappresentano un’opera di alta ingegneria e una delle più belle attrazioni di Bali.  Gli infiniti terrazzamenti, irrigati da una complessa rete di canali, lavorati da secoli, quotidianamente, dai contadini balinesi, creano una bellezza paesaggistica unica, offrendo ai visitatori un’esperienza autentica, rilassante e divertente. È possibile esplorare le risaie di Jatiluwih attraverso una serie di sentieri e percorsi panoramici, che consentono di apprezzare da vicino la vita rurale e la maestosità del paesaggio. I percorsi sono molto agevoli; lunghi tratti hanno il fondo lastricato e comode scalinate consentono di risalire le colline.  I percorsi sono perfettamente segnalati con vari colori sulle mappe agli ingressi delle risaie, e ad ogni svolta ci sono indicazioni molto chiare. Sono segnalati i seguenti percorsi: percorso rosso (sentiero più corto: 30-45 minuti, circa 1.5km); percorso viola (sentiero medio: 1-1,5 ore, circa 2km), percorso giallo (sentiero medio:1-2 ore, circa 2.3km), percorso blu (sentiero lungo: 1,5-2 ore, circa 3.1km), percorso bianco ( sentiero speciale: 3,5-4 ore, circa 5.5km– l’unico percorribile in bicicletta). Lungo il percorso sono state allestite alcune bancarelle coperte ove fare un pausa per bere, o per assaggiare e/o  comprare prodotti biologici a km zero come riso, fave, patate e frutta secca. Tra le risaie possono essere scovati anche templi, altari ed offerte alle divinità. Dopo circa un paio d’ore di visita, facciamo pausa pranzo al ristorante Gong Jatiluwih (8-18). Gong Jatiluwih è un ristorante completamente in legno, con tavoli sia al coperto che all’aperto, che per la sua posizione sopraelevata, offre splendide vedute panoramiche sul paesaggio rurale. Pur essendo un ristorante molto turistico, il cibo, sia a buffet che su ordinazione, è discreto con buon rapporto qualità/prezzo. Dopo un nuovo temporale, torniamo in auto per raggiungere Pura Ulun Danu Bratan, a 23km di distanza e 40 minuti di viaggio.

Pura Ulun Danu Bratan (7-19, 75000rupie adulto, 50000 rupie bambino) è un tempio indù dedicato alla dea dell’acqua Dewi Danu, risalente al 1633, che sorge sulle rive del lago Beratan, vicino a Bedugul. Il lago Beratan si trova all’interno della caldera di un vulcano estinto, ad un’altitudine di 1200 metri, circondato da alte montagne verdi,  che creano un impressionante paesaggio preistorico, reso ancor più suggestivo dalla presenza del tempio. Solitamente a quest’altezza è presente sempre una nebbiolina  che conferisce un ulteriore alone di  mistero e misticismo. Il lago Beratan rappresenta la fonte di irrigazione per le risaie e le piantagioni di tutto l’area di Bedugul. Pura Ulun Danu Bratan accoglie i visitatori con un esteso giardino estremamente curato e pieno di piante, fiori, statue, simboli ed uccelli. Il tempio comprende tre spazi suddivisi da mura e portali rifiniti: un cortile esterno con padiglioni utilizzati per le riunioni e il riposo di artisti; un cortile centrale con altari e padiglioni ove si preparano le offerte e si conservano gli accessori del tempio; un cortile interno, corrispondente al luogo dei santuari, degli altari e  delle cerimonie religiose. I templi o santuari sono le tipiche torri Meru (la montagna sacra della mitologia indù e buddhista), strutture in legno simili a pagode, con base quadrata  in muratura arancione, una camera in legno, e tetti di paglia a più livelli decrescenti, il cui numero (sempre dispari da 3 a 11) riflette lo status della divinità. Il complesso del tempio è composto da quattro edifici sacri: Lingga Pura, alto tre livelli e dedicato a Shiva; Penataran Puncak Mangu, alto 11 livelli ed è dedicato a Vishnu; Pura Terate Bang, alto 7 livelli e dedicato a Brahma; Pura Dalem Purwa dedicato a  Dewi Danu. I meru situati sui piccoli isolotti del lago, vicino alla terraferma,  sembrano galleggiare placidamente, creando uno scenario magico. Una colorata moschea, Masjid Besar Al Hidayah, si erge sulla collina a sud del tempio. La visita trascorre piacevolmente e rapidamente (durata circa 2ore). Facciamo anche delle indimenticabili foto alla nostra bambina con ventaglio ed abito tradizionale.  Dopo il Beratan seguono altri due laghi, il lago Buyan e il lago Tamblinban con altri due interessanti  templi: Pura Ulun Danu Buyan e Pura Ulun Danu Tamblingan. Ritorniamo in auto e continuiamo a salire. Oltrepassiamo a 1400 metri, il maestoso portale Bali Handara Gate, (che segna l’ingresso dell’Handara Golf & Resort Bali), poi percorriamo la strada panoramica sul lago Buyan, indi dopo un po’ di chilometri nella foresta, iniziamo a scendere e ad ammirare l’avvicinarsi dello splendido orizzonte, col mare al tramonto, della costa nord di Bali. Lovina è un piccolo villaggio della costa nord di Bali, con una vena meno turistica rispetto alle località del sud, con una spiaggia nera e un mare non eccezionale, ma in una posizione ideale per raggiungere diverse attrazioni della zona. Da qui si può raggiungere ad ovest, in 1-2 ore d’auto, le belle spiagge di Pemuteran (Pantai Pemuteran), i templi Pura Agung Pulaki e Pura Melantig, e il Parco Nazionale di Bali Barat; ad est, in 30min-1h si può raggiungere la cittadina di Singaraja con il suo tempio cinese  Klenteng Ling Gwan Kiong, il tempio Pura Baji Sangsit  e le cascate di Sekumpul,  a sud, verso l’interno, in 1h-1.30h, si possono raggiungere diverse cascate come Banyumala, Git-Git e le risaie di Munduk. Dopo 40 km e un’ora di viaggio, raggiungiamo il nostro alloggio: il Pandawa Village, un’incantevole struttura caratterizzata da un curatissimo giardino con palme e frangipani, da pochi accoglienti bungalow dotati di ogni comfort, e da una bella piscina contigua all’area all’aperto adibita per la colazione. I campi di riso delimitano la struttura a nord, est ed ovest, a sud si trovano invece alti palmeti. L’entrata per il check-in e il check-out è sul lato sud. Dopo il check-in e una doccia rigenerante, usciamo dal lato nord (direzione mare), e attraverso un breve sentiero che costeggia le risaie, ci portiamo su una strada un po’ buia (JI Pandawa) da cui si raggiunge la strada principale JL Seririt-Singaraja, e da qui, il centro di Lovina e il mare (in tutto circa 10 minuti a piedi). Le risaie di notte sono buie ma affascinanti e vive, con i riflessi della luna che si rispecchiano nell’acqua e i mille versi di rane e cicale. Ci fermiamo a mangiare sulla strada JL Pandawa al buon ristorante Tanda Pizza (11.30-22), distante 200 metri dal nostro alloggio. Successivamente passeggiamo per la stradina centrale e il lungomare di Lovina, che alle 22.00 circa è oramai quasi deserto. Sulla via del ritorno ci rilassiamo con un massaggio balinese all’Infinity Spa, un ottimo centro massaggio, confortevole e professionale, con un servizio impeccabile e prezzi leggermente superiori alla media. Il massaggio che è una vera esperienza onirica, avviene in una stanza con luce soffusa blu, sdraiati a testa in giù, con lo sguardo diretto verso un vaso con un fior di loto giallo. Essendo gli ultimi clienti, con la bambina sul divano oramai nel mondo dei sogni,  due dei massaggiatori si propongono, sorridenti, di accompagnarci con gli scooter; così chiudono il locale e ci danno uno strappo al Pandawa.

X° Giorno:  Lovina,  Tempio Brahmavihara-Arama,  sorgenti termali di Banjar e cascata Aling-Aling

Sveglia all’alba per ammirare le risaie con il sorgere del sole, in presenza di aironi e contadini. Poi passeggiata fino alla statua del delfino, situata tra la spiaggia di Lovina (Pantai Lovina) e il Pura Segara. Il Pura Segara è un tempio recintato da mura, abbellito da alberi di frangipane, con porta tipica in pietra a due battenti, fiancheggiata da sculture a forma di naga, (serpenti-draghi), con un edificio interno ricco di intagli e statue. Procedo sul lungomare lastricato JL Binaria delimitato, a sud, da warung e negozietti di artigianato locale, ancora chiusi, a nord da alberi, spiaggia e mare verde-azzurrro. In corrispondenza della piazza più avanti, alberata, con ponteggio sul mare e campetto in terra di pallavolo, si può ammirare un altro tempio tipico: il Pura Dalem Desa Pakraman Kalibukbuk, caratterizzato da una torre esterna e dal tempio vero e proprio. La torre esterna è realizzata in mattoni grigi con statue e disegni finemente scolpiti, sormontata da una struttura in legno  dipinta, simile ad una pagoda, color oro-rosso, ove spiccano i simboli della croce uncinata. Il tempio vero e proprio è invece caratterizzato da alte mura sormontate da lunghe statue serpentiformi, da un portale d’ingresso a due battenti con statue e sculture, da altari, statue, padiglioni e portali-torri all’interno. Procedendo lungo la costa, si continua lungo una piccola stradina sul mare, sui cui si affacciano le modeste abitazioni dei locali,  alle cui spalle si stagliano splendide risaie dal verde brillante ed aree di campagna con mucche, maialini e galline. Bambini, gatti e cani accompagnano costantemente la visita. Si continua poi lungo la spiaggia di sabbia nera, ove si nota l’alta concentrazione di hotel e bar a ridosso del mare, e l’elevata offerta di escursioni con la barca per l’avvistamento dei delfini, classica attrazione di Lovina. Ritorno al Pandawa Village per colazione, associandomi al relax in piscina del resto della famiglia. Alle 9.30 circa, iniziamo l’escursione con auto privata di Made (8-9ore, costo di 400000 rupie.), con visita del Tempio Brahmavihara-Arama, delle sorgenti termali di Banjar e della cascata Aling-Aling, per un totale di 50km A/R (1h.30).

Il Tempio Brahmavihara-Arama (8-18, 20000rupie, sarong fornito all’ingresso) è il piu’ grande monastero buddista di Bali, situato nel villaggio di Banjar Tegeha, sottodistretto di Banjar, 10km ad ovest di Lovina. La sua posizione isolata e collinare,  circondata da uno stupendo panorama sulle verdi foreste circostanti e sul mare blu, si associa ad un’atmosfera di calma e pace, adattandosi perfettamente a luogo di meditazione e spiritualità. Il termine Brahma Vihara Arama sta infatti a significare, “luogo in cui forgiare un comportamento nobile/encomiabile”. Il Tempio presenta un miscuglio di stili (thailandese, balinese, indonesiano), estremamente accattivante. L’ingresso con rifinito portale a due battenti, ognuno preceduto da una coppia di statue di divinità balinesi in pietra, dà accesso ad un cortile dominato da un laghetto con fiori di loto, incentrato da una slanciata statua di Buddha. Una scalinata frontale, fiancheggiata da una serie di statue balinesi, conduce all’edificio in stile thailandese Gara Uposatha, ove ci  sono rilievi della nascita del Buddha e che funziona come luogo di preghiera, meditazione e altre cerimonie religiose. Su tale livello si ammirano: 1) uno stupa dorato a forma di campana gigante con base rosa-arancione-gialla, molto rifinita, che poggia su una piattaforma di scale circondata da statue dipinte di divinità coronate (bianco-oro) e di lunghi serpenti (verdi-dorati); 2) un’edificio arancione a forma di pagoda a tre livelli con tetti di paglia, base a forma di petali di fiore di loto rosa e ingressi fiancheggiati da draghi-serpenti oro-blu-verdi con pupille rosse e pallina rossa tra le fauci. Esso rappresenta un altro importante luogo di preghiera; 3) una statua di Buddha di bronzo, ricoperta d’oro posta alla base di un grosso albero sacro ficus. Sulla sinistra del laghetto col Buddha, nel cortile d’ingresso, si apre un’altra scalinata, monumentale, fiancheggiata dai naga indù a forma di lunghi serpenti-draghi, che  termina con un portale in pietra a due battenti, adornato da due statue dorate, da frangipani e piante con fiori. La facciata, a livello del portale, presenta 4 enormi statue bianche raffiguranti Buddha seduto, alcuni piccoli stupa forati grigi a forma di campana, e due statue di divinità balinesi. Il portale dà accesso ad un ampio giardino alberato, pieno di frangipani e piante con fiori. Sul fondo del giardino si erge la splendida struttura Panca Bala, che ricorda, in piccolo, per la forma e l’architettura, il famoso tempio giavanese di Borobudur. Il Panca Bala è caratterizzato da una piattaforma in muratura grigia, circondata da una vasca con fiori di loto, con stupa forati sovrastanti di varie dimensioni, a forma di campana.

Luogo di meditazione, l’edificio al suo interno contiene rilievi della storia di Siddharta Gautama e del principe Nanda. Nel complesso ci sono anche edifici per la residenza dei monaci (Dharmasala e Kuti). Dopo la visita, della durata di circa 2ore, ci fermiamo per una pausa in uno dei bar con vista panoramica, posti di fronte all’ingresso.

Indi, raggiungiamo Banjar Hot Spring (8.30-17.30, 45000rupie), distante 3 km dal tempio Brahmavihara-Arama.  Le sorgenti termali di Banjar, note anche come Air Panas Banjar, sono rinomate per le loro acque terapeutiche ricche di minerali provenienti da sorgenti vulcaniche naturali. Le sorgenti sono molto antiche, risalenti all’era Majapahit, e sono state venerate dai balinesi per secoli, per le loro proprietà terapeutiche, fungendo da veri e propri santuari di guarigione. L’aspetto più particolare delle sorgenti, è che sono circondate da una vegetazione tropicale lussureggiante, che crea un effetto scenografico spettacolare.

Attualmente esistono tre livelli di piscine, riempite di acqua dal colore verde chiaro, con differenti temperature. L’acqua fuoriesce dalle fauci di  elaborate sculture in pietra, a forma di serpente, raffiguranti i naga. I nāga, secondo la mitologia induista, sono esseri semidivini per lo più  benefici, creati dal Dio Brahma e relegati nel mondo sotterraneo, che possono assumere una forma sia umana che serpentina.  I nāga sono considerati guardiani di tesori e spiriti della natura strettamente associati all’acqua, capaci di divenire pericolosi quando gli esseri umani danneggiano l’ambiente o mancano loro di rispetto. La loro presenza nelle piscine simboleggia quindi, la guardia ad un tesoro naturale da venerare. Il complesso termale è ben allestito e comprende spogliatoi, docce, armadietti, gazebo con tetti di paglia, giardini tropicali, servizi spa e benessere, aree picnic e un ristorante. Prima dell’ingresso si può notare un limpido ruscello che scompare nella foresta. Inoltre la strada che dal parcheggio conduce alle terme, è fiancheggiata, su entrambi i lati, da una fila di interessanti negozi e bancarelle di abbigliamento e souvenir. Le sorgenti sono anche, solitamente, non affollate.  Dopo circa 2h, ritorniamo in auto e raggiungiamo nel centro di Lovina,  Billy’s By the Sea 69 (9-23), un ristorante con ottima cucina (balinese, indonesiana, occidentale, pizza e pesce), e bevande, a prezzi molto bassi per i turisti. Molto consigliabile è il cestino di frutti di mare (seafood basket), piatto con

gamberi, seppie e pezzi di pesce servito con riso bianco, verdure al vapore e salsine. Dopo mangiato ci dividiamo: moglie e figlia ritornano nel bungalow per un po’ di relax, io invece continuo il tour con Made per la visita delle cascate di Aling-Aling. Aling-Aling (8-17, 20000 rupie) è una delle tante cascate della reggenza di Buleleng. Dopo l’ingresso si attraversa un ponte di legno rosso, in stile tibetano, contiguo ad uno scenico ristorante immerso nelle risaie, il Krisna Adventure; segue il percorso vero e proprio per le cascate, prima nelle risaie, poi nella giungla, tra ripide scalinate e sentieri costeggiati dal fiume. Lungo il percorso si possono ammirare 4 cascate. La cascata principale, che dà il nome al sito, alta 35 metri, è circondata da un canyon roccioso alto e stretto, coperto da una fitta vegetazione, con alberi e arbusti che formano un giardino pensile sopra la scogliera. Nel suo punto più alto si erge un piccolo santuario che spiega la sacralità del luogo. Le cascate di Kroya e di  Puncak Sari, a pochi minuti a piedi dalla cascata di Aling-Aling, sono paesaggisticamente meno belle della principale, ma consentono ai visitatori di saltare o scivolare dalla scogliera, e di nuotare nelle acque del laghetto alla base. Infine la cascata Kembar divisa in cima nella discesa da grandi rocce..

Altre cascate altamente consigliate dell’area, per chi ha più tempo, sono Banyumala, le Git Git e quelle più distanti di Sekumpul.

Dopo la visita ritorno in famiglia al Pandawa Village.

Di sera raggiungiamo il centro di Lovina, facciamo una passeggiata sulla spiaggia, compriamo qualche dipinto e alcune collane nei negozietti del lungomare (JL Binaria), proseguiamo verso l’interno su JL Mawar ove ci fermiamo per la cena al Warung Ibu Wina. Il Warung Ibu Wina (12.30-22) , è un piccolo ristorante molto rustico ed ospitale, con cibo delizioso ed abbondante (specie di pesce), a prezzi bassi, con scelta di cibi internazionali per i bambini. Ritorniamo a piedi al nostro alloggio. Prima di dormire prepariamo le valigie per il check-out mattutino del giorno dopo.

XI° giorno: l’itinerario più lungo, da Lovina a Candidasa tra i paesaggi e i templi più stupefacenti

Ci svegliamo in una splendida giornata di sole alle 7.30; colazione e check-out rapido, ed alle ore ore 8.00 inizio del trasferimento a Candidasa con auto privata di Made (circa 9-10 ore, 900000 rupie). E’ la tappa più lunga del nostro viaggio, da Lovina (sulla costa nord), a Candidasa, (sulla costa sud-est), con visita lungo il percorso (130km, 4h circa d’auto), dei seguenti luoghi: Pura Ulun Danu Batur,  Grand Puncak Sari, lago Batur, Pura Segara e Pura Jayi, Mahagiri Panoramic Resort & Restaurant e Pura Besakih, Si procede prima verso est  lambendo la costa, poi ci si sposta verso l’interno in direzione sud-ovest, procedendo lungo una strada stretta ma ben tenuta, non affollata, che si srotola tra campagne, villaggi, foresta e montagne. Ci fermiamo per delle foto al tempio Pura Dalem Negara Panyucian, caratterizzato da dettagli scultorei molto sofisticati e intricati, e ad alcune colorate bancarelle di frutta locale.   Dopo 57km, raggiungiamo la cittadina di Kintamani, rinomata località turistica, ricca di alloggi, ristoranti, negozi artigianali, ecc, situata ad un’altitudine di 1300 metri, ai margini del vulcano Batur e della sua caldera, rappresentata dal Lago Batur.

A Kintamani, visitiamo il Pura Ulun Danu Batur (9-19, 35000rupie, sarong obbligatorio), uno dei templi induisti più importanti e più belli di Bali, situato sul bordo sud-occidentale della vasta caldera del Monte Batur. Dedicato al dio Vishnu e alla dea locale Dewi Danu, dea dell’acqua, dei fiumi e dei laghi,  il Tempio fu quasi completamente distrutto insieme all’intero villaggio nell’ eruzione del 1926. Solo il santuario principale a 11 livelli e diversi cimeli del tempio sopravvissero, e furono successivamente trasferiti nell’attuale più sicura posizione, ove era già fiorito il nuovo villaggio. Esso comprende 9 templi diversi, contenenti centinaia di santuari e padiglioni dedicati alle divinità dell’acqua, dell’agricoltura, dell’arte, dell’artigianato, ecc.. Pura Penataran Agung Batur, il tempio principale, è diviso in tre aree: il santuario esterno, il santuario intermedio e il santuario principale interno (jeroan o utama mandala). Il santuario principale comprende l’antica torre (meru) costruita in mura e legno scolpiti,  con 11 livelli contraddistinti da tetti di paglia, dedicato a Shiva e alla sua consorte Parvati; 3 meru a 9 livelli dedicati rispettivamente al Monte Batur, al Monte Abang e a I.B.D Waturenggong, antico re della dinastia Gelgel,  e altri meru con meno livelli. Gli altri otto templi sono Pura Tuluk Biyu, Penataran Pura Jati, Pura Tirta Bungkah, Pura Taman Sari, Pura Tirta Mas Mampeh, Pura Sampian Wangi e Pura Gunarali, Pura Padang Sila.

La visita procede senza turisti, in un’atmosfera di grande tranquillità e spiritualità, tra magnifici portali, santuari, altari, cimeli, splendide statue variopinte, padiglioni con mura scolpite e decorate, porte dipinte con intricati disegni, e scorci panoramici spettacolari sul vulcano Batur e sul suo lago caldera. All’interno spicca per le sue decorazioni e gli ornamenti cinesi rossi, il santuario “Klenteng Cong Po Kong”,  dedicato a Kang Cing Wie, leggendaria regina cinese. Probabilmente ci inoltriamo oltre il consentito tra i vari templi, o probabilmente c’era chiusura (ciò spiegherebbe l’assenza di turisti), fatto sta che in uno dei templi, e precisamente nel Pura Tuluk Biyu, si avvicina un minuto quanto minaccioso guardiano, munito di falce, che ci accompagna all’uscita. Dopo questa tappa, della durata di almeno 1,30h, ci fermiamo per una pausa dolce-succo-caffè di mezz’ora al  Grand Puncak Sari, un bar-ristorante molto turistico, con un’immensa e splendida  terrazza affacciata nel punto più panoramico del vulcano  Batur e del lago omonimo. Dal ristorante proseguiamo in discesa verso il lago Batur fino al parcheggio dei templi Pura Segara e Pura Jati Ulun Danu Batur

Il Pura Segara Ulun Danu Batur o  “tempio dell’acqua sul lago Batur” (h 24, sarong obbligatorio dietro donazione di 25000rupie) è un piccolo ma incantevole tempio galleggiante, situato sul lago Batur, cui si accede tramite un ponte in legno fiancheggiato da statue dipinte. Il portale classico balinese a due battenti conduce ad un piccolo cortile circondato da mura  ove si erge un alto santuario (meru) a 11 livelli ed alcuni altari. Statue dipinte si ritrovano anche ai bordi del lago. Il tempio si staglia sullo spettacolare paesaggio del lago, incorniciato dai rilievi verdeggianti della caldera. Risalendo l’area nella direzione del Monte Batur, che si intravede tra gli alberi, dopo pochi minuti a piedi, si raggiungono le mura ed il portale di accesso del Pura Jati Ulun Danu Batur (h 24, sarong obbligatorio dietro donazione di 25000rupie), considerato uno dei templi più antichi di Bali, che visito in solitaria. Anch’esso, come il precedente, è suggestivo, poco frequentato (ero l’unico visitatore), piuttosto piccolo, e presenta una cornice paesaggisticamente spettacolare, essendo situato ai piedi del vulcano Batur con il suo cratere. Il tempio è caratterizzato da vari altari, da intricati santuari (meru) a tre livelli, da padiglioni per le cerimonie e soprattutto, da meravigliose e variopinte statue scolpite, raffiguranti divinità balinesi. Dopo la visita (durata circa 1,30h), ripartiamo per continuare il tragitto. Dopo 25km e 45 minuti circa d’auto, dopo aver oltrepassato la strada Klungkung Besakih per il Tempio Madre, ci fermiamo per mangiare, verso le 14.00, al Mahagiri Panoramic Resort & Restaurant (9-20) che avevamo segnato da casa. Si tratta di un ristorante situato nel villaggio Desa Rendang,  immerso nella natura, con un incredibile vista  su una grande risaia terrazzata e sul vulcano Gunung Agung, una vista da togliere  letteralmente il fiato. La struttura comprende un bellissimo giardino con alberi maestosi, un piccolo tempietto, un ristorante panoramico in legno, e più nascosti, gli alloggi e la piscina. Il cibo, molto buono e a prezzi bassi, è sia a buffet che alla carta, sia locale che internazionale. Lo staff è gentile ed accogliente. Dal vivo è ancora meglio delle foto. Da consigliare indubbiamente anche per dormire. Unico punto forse negativo è l’aria fresca che non invita a bagnarsi in piscina. Dopo mangiato, ritorniamo indietro (verso nord) per circa 6km ed imbocchiamo verso est,  la strada per il villaggio di Besakih (reggenza di Karangasem), ove sorge il Tempio omonimo (10km in totale e 20 minuti d’auto dal Maharagiri).

Il Tempio di Besakih (8-17, 150000 rupie compreso di sarong e di trasporto dal parcheggio al tempio), rappresenta il cuore spirituale di Bali e il principale luogo di pellegrinaggio dei balinesi, da cui il nome di Tempio Madre. Il Tempio Madre di Besakih, circondato dalla foresta pluviale,  si erge ai piedi del vulcano Gunung Agung, considerato il luogo più sacro per l’induismo balinese. Fu costruito nel 1284 per volere di un famoso sacerdote, Rsi Markandeya, di origine indiana, che costruì molti atri templi importanti a Bali, per preservarne la sacralità.  Nel 1963 l’eruzione del vulcano uccise migliaia di persone, ma risparmiò il complesso templare, aumentandone ancor di più la venerazione.

Il Tempio di Besakih appare ai visitatori come un luogo mistico dove particolari strutture e guglie nere, si stagliano sullo sfondo nebbioso delle foreste e del vulcano. Gli occhi si riempiono di meraviglia davanti alla maestosità, complessità e particolarità architettonica dei templi, unica al Mondo, e la mente respira dinanzi al senso di armonia con la natura e al cospetto della calma ed della spiritualità tangibile nell’aria.

Il complesso comprende  23 templi separati , organizzati su sei livelli di terrazze a gradoni. Ciascun tempio, tipicamente suddiviso  in 3 cortili ,è dedicato ad una divinità o ad un aspetto importante dell’induismo balinese. Scale di rampe collegano i livelli, e rappresentano, simbolicamente, l’ascesa del pellegrino verso il divino, avvicinandosi al sacro vulcano Agung. I tre cortili di suddivisione dei templi, simboleggiano i tre mondi della cosmologia balinese. Le elaborate sculture e rilievi raccontano storie della filosofia indù, guidando i fedeli nella loro ricerca spirituale. I “Meru” (torri a più tetti) e i “Bale” (padiglioni), i principali elementi architettonici del tempio, oltre al  fascino estetico, presentano, anch’essi , un significato spirituale. I tipici portali a due battenti, molto elaborati, segnano l’accesso ai vari templi e ai vari cortili. Il tempio più importante è il Pura Penataran Agung, situato al centro del complesso, ricco di alti Meru e ampi Bale,   dedicato alla trinità indù Brahma, Vishnu e Shiva. Il centro simbolico del santuario principale è il trono di loto, o padmasana, che è il fulcro rituale dell’intero complesso. Intorno al tempio principale si trovano diversi altri templi e santuari.  Il Pura Kiduling Kreteg, a sud, è caratterizzato da un meru a 11 livelli o santuario di Brahma, e da altri meru a 7, 5 e 3 livelli. Nel Tempio viene adorato Dio come manifestazione del Signore Brahma che significa, per gli indù, mantenere lo spirito della vita in modo da poter continuare a vivere sul sentiero del Dharma (la legge religiosa e morale e l’osservanza dei doveri a essi inerenti). Il Pura Gelap, ad est, situato nella posizione più alta tra gli altri edifici del complesso, è un tempio dedicato a Bhatara Iswara, Dio della luce e del sole che illumina l’ universo. Questo tempio, molto luminoso, è considerato un luogo di meditazione ideale per coloro che vogliono risvegliare la luce divina dentro di sé. Il Pura Ulun Kulkul, ad ovest, è dedicato al Dewa Mahadewa. Il Tempio Ulun Kulkul, comprende santuari, padiglioni e un grande “kulkul” sacro, un tradizionale gong a fessura in legno, che viene usato per trasmettere un determinato messaggio alla comunità. Il tempio è un mezzo per richiedere la fertilità dei terreni come risaie, campi e foreste, ed è sede pertanto, di rituali e cerimonie per l’agricoltura e i buoni raccolti. Il Pura Batu Madeg, a nord, è dedicato al Dio Vishnu e deve il suo nome alla presenza di una pietra megalitica verticale. Il tempio, situato alla base del vulcano, comprende suggestivi portali, torri, altari e padiglioni. Le cerimonie del tempio mirano a rafforzare l’energia di tutte le creature viventi. A questi templi più famosi , che controllano le direzioni cardinali, se ne aggiungono molti altri, tra cui ricordiamo il Pura Basukian Pusey Jagat, a sud-ovest, tempio precursore del Pura Penataran Agung, caratterizzato da una notevole ricchezza e complessità architettonica; il Pura Penataran Pande Besakih,  a nord, dedicato all’adorazione di Ida Ratu Bagus Pande, caratterizzato da padiglioni ed altari con caratteristiche rifiniture di legno e tessuti dipinti di rosso; il Tempio di Bangun Sakti, dedicato al Dio della terra come fonte di cibo inesauribile, contenente due edifici principali a forma di Gedong Simpen e Pelinggih Sapta Patala; e ancora il Pura Manik Mas, il Pura Pengubengan, il Pura Pemuputan,  il Pura Peninjoan, il Pura Tegal PenangSaran; il Pura Pesimpagan, il Pura Tirta Pingit , il Pura Meranjan Selondig, ecc….La visita del tempio può essere fatta con una guida che è inclusa e facoltativa (nonostante qualcuno possa dire il contrario). Per chi ha bambini al seguito, la guida è da sconsigliare, dal momento che ai tempi sempre relativi di un bambino, possono adattarsi solo i genitori. Visitiamo il tempio durante una cerimonia propiziatoria,  con pochi turisti  e centinaia di pellegrini radunati a pregare, e facilmente riconoscibili per le vesti tradizionali bianche merlettate con kebaya ( raffinata blusa indossata sopra un tubino di seta o cotone), sarong (stoffa indossata come una gonna lunga) e fasce nelle donne,  camicie bianche, sarong e fasce negli uomini. Durante la nostra visita, diversi templi ed aree erano adornate con pali di bambù, ombrelli e tessuti gialli, bianchi, rossi, neri e dorati. Dopo circa 2ore di esplorazione (che sono veramente il minimo per un complesso così esteso ed affascinante, che va visitato con calma, e a cui è possibile dedicare anche l’intera giornata). In un padiglione di uno dei templi ci fermiamo per ascoltare musica balinese suonata con gli strumenti classici da un gruppo di bambini sotto la guida di alcuni insegnanti.

Dopo pausa con deliziose pannocchie all’ingresso, torniamo indietro a piedi, dal momento che non è previsto il trasporto al ritorno, al fine di consentire la visita da parte dei turisti, dei numerosi negozi artigianali  posti lungo la strada in discesa che collega il parcheggio al viale di ingresso del Tempio.
Una volta in macchina, procediamo verso sud-est,  lungo le incantevoli risaie di Sideman, fino a Candidasa (Tempio Besakih-Candidasa: 28km, 1h), rimanendo estasiati, negli ultimi km,  davanti al magnifico panorama al tramonto, della foresta che discende sul mare con i suoi  isolotti (Gili Tepekong e Gili Mimpang).

Candidasa è una gemma nascosta della regione orientale di  Bali, circondata da risaie, rilievi con foreste e il mare, che si sviluppa attorno ad una laguna d’acqua dolce, chiamata Candi Dasa Lagoon. Sulla strada principale Jl.Raya Candidasa, si ritrovano numerosi hotel, ristoranti e negozi che richiamano un numero sempre crescente di turisti. Tuttavia l’area è ancora estremamente vivibile. Cio’ è anche dovuto alle sconsiderate decisioni politiche delle autorità, che prima degli anni ‘90, distrussero la barriera corallina per utilizzarla come materiale di costruzione per le nuove strutture ricettive. Senza barriera corallina il mare erose le spiagge, rendendole praticamente inutilizzabili. Attualmente è stata dichiarata area marina protetta, la costa che va dalla stupenda spiaggia di Virgin Beach Karangasem ad est, fino all’hotel Crystal Beach Bali a ovest (8km) e i 3 isolotti appena fuori la costa (Gili Tepekong, Gili Mimpang e Gili Biaha), ove possono essere praticate immersioni e snorkeling di buon livello. Sono inoltre stati avviati programmi di ripopolamento di vivai di coralli vivi lungo l’intera costa. Arriviamo al nostro hotel, salutiamo Made, prendendo accordo per il trasferimento dell’indomani, e procediamo al check-in al Lotus Bungalow. Situato a 5 minuti dal centro di Candidasa, il Lotus Bungalows presenta  una splendida struttura in legno bambù con ristorante, un curato giardino con palme, frangipani ed accoglienti bungalow in stile balinese, e una meravigliosa piscina azzurra,  “a sfioro”, con vista sul mare blu. Presenta anche un centro immersioni, un padiglione yoga e una sala benessere. Ci rilassiamo con bagno in piscina. Poi doccia e ottima cena in ristorante con buonissimi cibi locali ed internazionali.

XII° giorno:  le bellezze di Candidasa, le meraviglie di Tirta Gangga e del Pura Lempuyang 

Sveglia di buon mattino in una splendida giornata di sole; esplorazione in solitaria di Candidasa.  A piedi, dall’hotel, raggiungo l’area collinare del tempio Pura Giri Natha Batu Gede. Dall’hotel verso est, si costeggia una magnifica risaia dai colori brillanti, e al primo incrocio dopo pochi metri verso nord, si comincia a salire lungo una stradina sulla destra molto sdrucciolevole. Con un po’ di fatica, si raggiunge questo bel tempio nascosto nella foresta, abitato da numerose scimmie e provvisto di alcuni punti panoramici. Procedendo verso le poche abitazioni vicine sottostanti si apre un panorama spettacolare sulle risaie, circondate dai palmeti,  dai rilievi coperti da foreste, dal mare e dalla vicina stradina Jl Raya Nyuh Tebel.  Dalle vicinanze si può raggiungere con un po’ di fatica Bukit Gunggan, un’area collinare con incredibile panorama sulla foresta, sul mare e sugli isolotti di Candidasa. Successivamente mi dirigo, sempre verso est, lungo la strada principale (Jl Raya Candidasa), verso la spiaggia di sabbia nera di Candidasa (Pantai Candiasa),  incentrata dal caratteristico tempio Batu Madeg, di cui fa parte anche una piccola area recintata proprio sul mare.
Indi, continuo lungo la strada principale, verso est, fino al tempio Candidasa  ed alla Laguna di Loto di Candidasa.
Sulla  collina posta di fronte alla Laguna di Loto, si erge il Pura Candidasa (7-22, sarong obbligatorio fornito all’ingresso, costo irrisorio), un tipico tempio dell’induismo balinese,  risalente all’XI° secolo, dedicato ad Hariti, dea della fertilità e della pioggia. Chiamato anche Tempio dei dieci bambini, la leggenda narra che Hariti fosse una donna sterile che desiderava disperatamente concepire;  un giorno Hariti dal cielo sentì una coppia di balinesi che rivolgevano le preghiere alle nuvole in cima ad un’alta collina. Ella sapeva che pregavano non solo per la pioggia, pregavano soprattutto per avere un figlio, essendo sterili come lei. Hariti ne ebbe pietà e cominciò a piangere; la pioggia di lacrime magiche fece si che la coppia si unisse in quel momento e concepisse un figlio. Da allora anche Hariti fu fertile e diede alla luce dieci figli (da cui il nome Candidasa derivante da Cilidasa che significa dieci bambini). Per questa leggenda, il tempio è divenuto meta di pellegrinaggio per tanti balinesi desiderosi di prole. Il tempio è in muratura e pietra nera, e  comprende due cortili a livello del mare, e un cortile superiore in collina collegato mediante una rampa di scale. Suggestive sono la statua e le incisioni della dea della fertilità Hariti circondata da bambini. Oltre alla bellezza delle strutture architettoniche, altri punti forti del tempio sono le splendide vedute panoramiche sulla laguna, sul mare e sulla città, l’atmosfera di pace e spiritualità, e la sovente presenza di timide scimmie. La Laguna di Loto di Candidasa (Candidasa Lotus Lagoon) è un’incantevole  laguna coperta da fiori di loto bianchi, rosa e viola,  separata dal mare da una sottile striscia di terra con palme di cocco. Al centro della laguna vi è una piccola isola che ospita un tempio dedicato alla dea Hariti..  Dal lato sud-est della laguna si raggiunge un pezzo di spiaggia che accede al mare,  solitamente increspato ed agitato in tale punto. Verso l’interno, di fronte al mare, si trovano colline coperte da foresta lussureggiante. Il perimetro del lago è facilmente percorribile mediante un percorso pedonale. Dopo un cappuccino al contiguo Rama Shinta Hotel & Restaurant e fermata in qualche negozio per strada, ritorno in hotel, con passaggio scooter da parte di una gentile ragazza del posto. Dopo ottima colazione con la famiglia, alle 9 circa, ritorniamo nell’auto di Made per il trasferimento Candidasa-Amed. L’itinerario comprende le seguenti fermate:  Tirta Gangga, Pura Lempuyang e Berina Rice Terrace (totale 42km – 1.20h, durata tour 5-6ore, costo: 400000 rupie).  Risalendo verso nord-est , dopo 3 km incrociamo il tempio Sang Hyang Ambu, che fotografiamo dall’esterno insieme ai giocosi macachi appollaiati sui parapetti, che a migliaia popolano questo sito e le foreste contigue. Dopo circa 30 minuti di viaggio (16km), raggiungiamo Taman Tirta Gangga. Taman Tirta Gangga (7-19, 50000rupie adulto, 15000ripie bambino, sarong non obbligatorio), situato nel villaggio di Ababi, 7 chilometri a nord di Amlapura, è un antico palazzo reale, risalente al regno Karangasem, quasi interamente distrutto dall’eruzione del vicino  monte Agung, e  ricostruito secondo l’originale dopo il 1963. Tirta Gangga è un labirinto di piscine e fontane, immerso in rigogliosi giardini, adornato da centinaia di statue e sculture di pietra.

L’ingresso, a sud, rappresentato da un tipico portale a due battenti (Candi Bentar), immette in un immenso giardino dominato dall’acqua proveniente da una sorgente sacra, da cui il nome Taman Tirta Gangga o “Palazzo dell’acqua sacra del Gange”. L’acqua è incanalata  mediante canali e spettacolari statue in pietra, in 3 ampi bacini rettangolari, simmetrici, separati da 2 lunghi passaggi, di cui il primo, ad ovest,  adornato da statue zampillanti, palme, fontane e da due ponti in stile cinese, sormontati da naga. Più all’interno vi è una 4 vasca rettangolare ed alcuni stagni più piccoli ed elaborati, coperti da fiori di loto. Tirta Gangga  comprende anche alcuni padiglioni (bale), il bel Tempio di Patirthan e un’area nord, sopraelevata, coperta da maestosi alberi e ricca di statue, con vista panoramica sul complesso.

Nell’area sud-est, nel bacino est, si ammira un affascinante percorso labirintico caratterizzato da lastre di pietra ottagonali e da statue di divinità, che affiorano dalla superficie dell’acqua. A nord di questo labirinto, sempre nel bacino est, vi è una piattaforma muraria ricca di statue di pietra, molte delle quali con zampilli d’acqua, che delimita un piccolo laghetto incentrato da una fontana. La fontana presenta 11 tetti o livelli, decrescenti dalla base all’apice, da cui sgorga l’acqua verso il basso, con forma che ricorda chiaramente il meru dei templi balinesi. Le vasche sono abitate da carpe di diversi colori e di notevoli dimensioni. Nel complesso si trovano anche alcuni ristoranti (Tirta Ayun Restaurant) e bar e alcuni alberghi (Tirtagangga Water Palace Villas, Tirta Ayun). Il sito merita sicuramente la visita, nonostante il forte afflusso turistico. La durata del percorso è di 1-2h compreso di pausa gelato in uno dei negozi all’ingresso.

Una tappa simile a Tirta Gangga, situata 10 km più a sud, è il palazzo dell’acqua Taman Ujung, che purtroppo non abbiamo visitato per mancanza di tempo. Ci rimettiamo in auto, e attraverso splendide aree verdi e risaie terrazzate, come Maha Gangga Valley, raggiungiamo dopo 10km e 20 minuti di viaggio verso est, il Pura Lempuyang (7-17, a scopo di culto h24, 70000rupie, sarong obbligatorio fornito all’ingresso, servizio navetta a parte).

Arrivati al parcheggio delle auto, bisogna comprare alla biglietteria sulla strada, il ticket (45000rupie) per la corsa delle navette che conducono al Tempio. Dopo diversi tornanti con il Monte Agung sullo sfondo, si giunge dopo 3km, ad una vivace area fiancheggiata da negozi; da qui si può salire a piedi fino all’ingresso del tempio o, più comodamente, si può richiedere un passaggio con gli scooter, a un prezzo irrisorio. Adottiamo la seconda scelta risparmiando la fatica per la passeggiata nel Tempio. Il Tempio Lempuyang è uno dei templi più antichi (X° secolo) e venerati di Bali, caratterizzato da un complesso di templi costruiti sul fianco del monte Lempuyang, che raggiunge un ‘altitudine di 1700metri. Il Tempio è conosciuto soprattutto per la maestosa “Porta del Paradiso” e per l’incredibile paesaggio panoramico sul vulcano Gunung Agung e sulle foreste circostanti, che specie nelle giornate di sole, vale da solo il costo e la fatica della visita. Il sito è molto turistico, e c’è solitamente una fila di ore per farsi scattare delle foto personali artefattate davanti alla Porta del Paradiso (foto con l’effetto dell’acqua prodotto utilizzando uno specchio sotto l’obiettivo della fotocamera). Un megafono richiama il numero successivo. Purtroppo questo tipo di turismo, senza un minimo di cultura e rispetto per il luogo, sia da parte dei turisti che dei locali, polverizza qualsiasi tipo di sacralità. Naturalmente questo tipo di persone, rimane sorpreso quando non prendi nemmeno in considerazione l’idea di fare quelle foto.

Il complesso si divide in tre parti:  Sang Ananta Bhoga: alla base della montagna, dedicata al dio Brahma, dove è costruito il tempio Pura Dalem Dasar Lempuyang; Sang Naga Basukih: la parte centrale della montagna, dedicata a Visnu, in cui si trova il Pura Penataran Agung; Sang Naga Taksaka: la cima della montagna, dedicata a Shiva, sulla quale è costruito il Pura Luhur Lempuyang.

Le Porte del Paradiso si trovano nel tempio Penataran Agung Lempuyang, con alle spalle la monumentale facciata, con tre scalinate che discendono accompagnate da enormi statue serpentiformi (Naga) fiancheggiate da statue di divinità, che conducono a tre elaborati portali a punta. Oltre i portali si apre un ampio cortile con padiglioni, altari e torri a più livelli (meru). Se si ha tempo (almeno 4ore), gambe e si parte molto presto di mattina, dovrebbe essere spettacolare continuare la visita attraverso un sentiero e una rampa di 1700 scale che conduce lungo il percorso a diversi templi: Telaga Mas, Telaga Sawang, Lempuyang Madya, Punkak Bisbis, Pasar Agung, fino al tempio più alto e più sacro, il Lempuyang Luhur circondato da una vista panoramica del mare, delle pianure, delle terrazze di riso e della montagna. Ci limitiamo a visitare l’area del  Penataran Agung Lempuyang e la parte più bassa. Ritorniamo a piedi in discesa fino alla navetta, poi al parcheggio ove non troviamo subito il nostro autista e lo cominciamo a chiamare per nome. Si girano sorridenti quasi tutti gli autisti, e uno di essi mi spiega il perché: Made è il nome più diffuso dell’isola. Dopo pochi minuti vediamo il nostro Made avvicinarsi con l’auto. In direzione Amed ci fermiamo sulla strada, per una pausa, al Berina Rice Terrace, un bar in legno  affacciato su un meravigliosa risaia incorniciata da rilievi verdeggianti, dove si possono gustare prodotti biologici come caffè, tè, ginger, succhi, frullati, cocco, banana fritta, ecc… Dopo la pausa tiriamo dritto fino ad Amed. Salutiamo Made per un paio di giorni e procediamo al check-in al Coral View Villa. Il Coral View Villa è situato tra la spiaggia di Lipah e le colline verdeggianti habitat del zibetto luwak, lungo la JL Raya Amed, stradina con alcuni ristoranti e negozi, a 3/4km dalla zona più centrale del villaggio. Il Coral è caratterizzato da un giardino rigoglioso con piante, alberi tropicali, confortevoli bungalow, una piscina, un buon ristorante, e da una notevole vista sul mare da un lato, sulle colline verdeggianti dall’altro. E’ possibile noleggiare scooter in loco. Amed è un villaggio dell’est di Bali, suddiviso in piccoli nuclei disseminati tra le frastagliate insenature della costa. Ancora non raggiunto dal turismo di massa, Amed è immerso in un meraviglioso paesaggio tra mare, foreste e vulcano Agung. Amed offre delle magnifiche lagune di spiaggia con sabbia nera, mare verde-azzurro limpido e barriera corallina, richiamando soprattutto appassionati di snorkeling e di immersioni.

Lungo quest’area della costa sono sorti tanti ristoranti, locali e alloggi con vista mare, per tutte le tasche. Inoltre dal porto di Amed partono anche traghetti per le isole Gili. Mangiamo discretamente al ristorante del Coral, affacciato sul mare, provvisto di cibi sia locali che internazionali, poi nel tardo pomeriggio, ci rilassiamo sulla spiaggia e giochiamo nel mare. Di sera, dopo la  doccia, raggiungiamo a piedi, verso sud, il Warung Asri (11-21,30) ristorante di legno situato in salita alla fine della spiaggia, e per questo caratterizzato dalla migliore veduta panoramica su Lipah Beach. Lo staff è molto gentile, il menù comprende generalmente portate di pesce di ottimo livello e a buon prezzo. Torniamo in Hotel percorrendo la spiaggia nera, lungo il mare, sotto un cielo buio pieno di stelle.

XIII° giorno: Una giornata in giro per le spiagge di Amed

Ci svegliamo con calma in una nitida giornata di sole. Dopo ottima e ricca colazione nel ristorante del Coral, osserviamo il ritorno dalla pesca degli sgombri, di decine di jukung, le tipiche imbarcazioni a vela balinesi, simili a piccoli catamarani di legno, caretterizzate da  una testa di canoa a forma di pesce elefante che, secondo le credenze, dovrebbe allontanare gli spiriti maligni. Noleggiamo due scooter per 24h, dalle ore 12 alle ore 12 del giorno dopo, al costo totale di circa 200000 rupie. Indi esploriamo la spiaggia di Lipah; noleggiamo lettino ed ombrellone, maschere e salvagenti,  e dedichiamo la mattinata allo snorkeling. La barriera corallina di Lipah Beach è straordinaria, con una miriade di coralli, spugne, gorgonie e pesci tropicali variopinti che possono essere ammirati già dalla riva. Possono essere avvistati con una certa facilità,  pesci pagliaccio, razze, pesci pappagallo, pesci angelo, pesci chirurgo, pesci bandiera, pesci farfalla, dentici, murene, aragoste, gamberetti,  oltre a tartarughe, squali di barriera, cavallucci marini, stelle marine, ecc…. Verso le 12 risaliamo in camera, facciamo doccia e ripartiamo con gli scooter. Raggiungiamo lungo la strada Jl

Ketut Natih, non particolarmente affollata e con tratti panoramici sul mare,  l’area centrale di Amed, arrestandoci al Warung Bobo (10-21) situato sulla spaggia di Amed (Pantai Amed). Si tratta, forse, del miglior ristorante del nostro tour, per una serie di motivi: la posizione direttamente sul mare, la qualità e l’abbondanza del menù, le deliziose portate di pesce, le ottime bevande e frullati, i prezzi estremamente contenuti. Dopo mangiato, passeggiamo un po’ sulla spiaggia, poi riprendiamo gli scooter e dopo un po’ di perlustrazione a zonzo della zona, ritorniamo in direzione sud verso il Coral, fermandoci alla spiaggia Jemeluk. Pantai Jemeluk è una piccola baia di sabbia nera con mare azzurro e ottimo snorkeling con un unico lato negativo: la presenza di troppe imbarcazioni sulla spiaggia e nel mare, che non consentono di stare in completa tranquillità e sicurezza. Passiamo il pomeriggio su questa spiaggia tra snorkeling, giochi e pause bar fino a prima del tramonto. Per il tramonto torniamo al Warung Bobo e ci sistemiamo sui divani sulla spiaggia per un gelato. Pantai Amed è la spiaggia ove godere il migliore tramonto della costa, sullo spettacolare  sfondo dell’intera sagoma del vulcano Agung. Purtoppo, tuttavia, anche stavolta, il tramonto è stato rovinato dal sopraggiungere di grosse nuvole. Torniamo in hotel per un bagno in vasca. Di sera, riprendiamo gli scooter per spingerci fino al Blue Earth Village (7-22), un caratteristico ristorante in legno di bambù con terrazza panoramica sulla spiaggia di Jemeluk. Il locale è caratterizzato da un labirintico percorso, illuminato da luci colorate, che conduce ad accoglienti camere, ad una piscina illuminata e ad alcuni bar. Il cibo è buono, con menù variegato e prezzi discreti.

XIV° giorno: esplorazione sud di Amed e relax a Sanur

Sveglia di buon mattino ed esplorazione in solitaria, con lo scooter, della costa a sud di Lipah Beach. Lungo questo tragitto si attraversano punti con spettacolari panorami sulle varie baie sabbiose costiere, piccoli villaggi e tempietti a picco sul mare. Tra le spiagge ricordiamo Lean Beach, Bintang Beach, Selang Beach,  Aquamarine Beach, Karma Beach, Fisherman Beach, Pantai Kusambi. Particolarmente attraente è lo spettacolo dall’alto, delle centinaia di barche jukung che si avvicinano alla costa, al ritorno dalla pesca. Mi spingo fino al faro Batu Manak, distante un decina di km da Lipah Beach, per poi ritornare. Mi unisco al resto della famiglia per visitare Insieme  il Sunset Point Amed Bali, un meraviglioso bar-ristorante con terrazza e piscina a sfioro, a picco sul mare, con un fenomenale panorama sulla spiaggia di Jemeluk e sul vulcano Agung. Dopo aver preso qualcosa da bere, torniamo in hotel, consegniamo le chiavi degli scooter e finiamo di fare colazione al ristorante del Coral. Dopo il check-out ci trasferiamo  con Made a Sanur (Amed-Sanur 90km, 2,40h, costo 500000 rupie) con breve tappa al Mercato di Sukawati. Lungo il percorso incrociamo il Pura Goa Lawah o Tempio dei pipistrelli, un tempio indù a ridosso del mare, costruito, nell’XI° secolo, intorno a una grotta piena di pipistrelli. Facciamo una breve sosta al Mercato di Sukawati, piuttosto piccolo, con una buona varietà di prodotti e souvenir da contrattare, a prezzi generalmente inferiori rispetto alla media. Arriviamo a Sanur e ci sistemiamo nel nostro allloggio: il Prama Sanur Beach Bali Hotel.  Salutiamo definitivamente Made ringraziandolo per la sua simpatia e disponibilità.

Sanur è una località turistica balneare, che ha mantenuto, nella sua evoluzione, un fascino autentico dovuto al legame con le sue tradizioni e origini di villaggio di pescatori. Le sue spiagge dorate, le acque cristalline e l’atmosfera rilassata,  ne fanno un rifugio ideale per gli amanti del mare e della serenità. Il punto di forza di Sanur è una  pista pedonale/ciclabile lunga circa 5km, contigua alla spiaggia, delimitata da alberi, ricca di ristoranti, hotel, negozi, caffetterie, punti noleggio bici ed aree massaggi. Lungo questo percorso è possibile trascorrere tranquillamente l’intera giornata, tra jogging all’alba, colazione, pause caffè, pranzo, cena, passeggiate a piedi o con bici, massaggi, shopping, spiaggia e mare. Le acque di Sanur sono protette dalla barriera corallina, che creano verso la riva, lagune limpide ed eccellenti per nuotare, fare snorkeling e altre attività acquatiche. Dal porto di Sanur, inoltre, partono i traghetti per raggiungere le vicine isole di Nusa Lembongan, Nusa Ceningan e Nusa Penida.

Il Prama Sanur Beach Bali Hotel è una struttura molto grande con esteso giardino, accesso diretto alla spiaggia, alloggi accoglienti, due enormi piscine con area scivoli e giochi d’acqua per bambini), Spa, e diversi ristoranti (The Tirta Poolside Restaurant, Basilico Italian Pavilion & Bar, Lada Restaurant, Prama Cafe e Bamboo Beach Bar). Ancora pieni della ricca colazione, pranziamo prettamente per la bambina al ristorante italiano Basilico Italian Pavilion & Bar (11-22.30). Pomeriggio di relax tra passeggiate, mare e piscina. Di sera cena al vicino Retro Beach Restaurant (10-22), un gradevole ristorante all’aperto con tavoli tra gli alberi, direttamente sulla spiaggia.  Il menu è ottimo e molto vario con portate di pesce, hamburger, insalate, piatti indonesiani, zuppe, pasta, pizza, ecc con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Terminiamo la serata con qualcosa da bere al  Prama Cafe e Bamboo Beach Bar, caratterizzato da una accattivante struttura in legno di bambù con vista mare.

XV° giorno: Alba a Sanur e trasferimento a Nusa Dua

Sveglia in solitaria di primo mattino. All’alba (6.30) la spiaggia di Sanur e’ un dipinto: il mare è placido, fermo, dorato, riflettente il cielo come uno specchio, le barche jukung flettono lente, il sole crea sfumature uniche nel cielo e copre di luce ardente gli alberi e i visi delle persone. Una cosa che non mi aspettavo è stata quella di trovare tantissime persone già sveglie alle 6.30 di mattina sul lungomare di Sanur, intente ad ammirare l’alba e a fare jogging e attività fisica. Approfitto per fare lo stesso, percorrendo buona parte della stradina lungomare, ammirando, in direzione nord, diversi angoli panoramici, suggestive strutture ricettive e diverse spiagge, come Pantai Karang, Pantai Sindhu, Pantai Segara Ayu, Pantai Pengastian. All’altezza di Pantai Sindhu, è situato anche un piccolo tempio in pietra, il Pura Patal. Dominato da un maestoso albero sacro, il tempio presenta porte scolpite, cortili con santuari e statue, e piccoli padiglioni adibiti alle cerimonie e per la conservazione di  reliquie. Ritorno in Hotel e il resto della famiglia è già in ristorante per la colazione. La colazione è ricca e abbondante, rigorosamente a buffet, con ampia scelta di cibi internazionali e locali. Dopo colazione procediamo a giocare in piscina, poi in mare, poi affittiamo delle bici per non affaticarci troppo sul lungomare,  poi ci fermiamo per un massaggio balinese rigenerante, all’aperto, lungo il bordo della pista, indi pranziamo nell’elegante ristorante vista mare, Puri Santrian, provvisto di buon cibo sia locale che internazionale e di buon rapporto qualità/prezzo. Lungo il ritorno, notiamo un’area sterrata interna al lungomare, con altari, offerte, cibo e bramino da un lato, e tante persone e una pira fumante dall’altro. Mi accorgo di essere davanti alla cerimonia di cremazione atta, secondo gi induisti, a liberare l’anima al fine della reincarnazione. A differenza dei riti funebri di altre religioni, si nota immediatamente, che il corpo fisico non è il centro dell’attenzione, in quanto è visto come niente di più di un contenitore temporaneo dell’anima. Nessuno piange. Del corpo rimane un poltiglia di cenere nera che viene calata in un panno e poi in un contenitore che viene posto vicino agli altari per le preghiere. La scena è forte, gli occhi divengono lucidi, ma i sorrisi dei convenuti nei miei riguardi, emanano una luce di speranza sconosciuta alle società occidentali.

Torniamo in hotel per il check-out, e di primo pomeriggio, ci trasferiamo con auto privata a Nusa Dua, con prenotazione fatta in mattinata in un negozio di servizi sul lungomare (Sanur-Nusa Dua: 20km, 40minuti, costo 150000 rupie). Nusa Dua, situata 10 km a sud di Sanur, nella penisola di Tanjung Benoa/Nusa Dua, è una meta turistica rinomata per gli hotel di lusso, per le splendide spiagge di sabbia bianca e per il mare trasparente. L’atmosfera troppo elitaria di quest’angolo di Bali, tuttavia, annulla completamente la bellezza spirituale dell’isola degli dei, e personalmente il luogo non ci ha entusiasmato. Cionostante esistono degli angoli di Nusa Dua ancora autentici e affascinanti. Alloggiamo all’ Hotel Santika Siligita Nusa Dua, un discreto hotel con piscina, posizionato a 5 minuti di scooter dalle spiagge. Dopo il check-in, noleggiamo 2 scooter (costo totale 200000rupie ) procurateci dal parcheggiatore all’esterno, e ci dirigiamo alla spiaggia di Geger. Pantai Geger (accesso con prezzo irrisorio) è una romantica spiaggia pubblica, di sabbia bianca e mare cristallino, sul cui  lato sud (a destra) fa da sfondo un promontorio roccioso, su cui si erge il caratteristico tempio Pura Geger Dalem Pemutih. Pantai Geger è particolarmente adatta ai bambini per le acque basse ed è provvista di piccoli ristoranti locali, noleggio lettini e servizio massaggi. La barriera corallina, leggermente più lontana dalla spiaggia, ha le temperature dell’acqua più calde di Bali, Procedendo a piedi verso sud, verso il tempio Pura Geger, lungo la spiaggia, si raggiunge un pontile panoramico oltre al quale vi è un ruscello di acqua limpida verde che sfocia in mare, e promontori rocciosi frastagliati a ridosso della spiaggia. Per visitare il Pura Geger, piccolo tempio a picco sul mare, con altari, torri-meru e padiglioni, bisogna invece proseguire per altri 5 minuti, non verso il pontile, ma dritto in direzione del Mulia Resort. Dopo la passeggiata torniamo agli scooter e quindi in Hotel. La strada Jl Siligita, lungo l’hotel presenta vari negozi, Spa e ristoranti. Ci fermiamo al vicino Ganzo Italian Restaurant (11.30-22), piccolo e tranquillo locale, curato nel dettaglio, con pasta e pizza di buon livello. Successivamente facciamo un giro con gli scooter dedicandoci ad un po’ di shopping

XVI-XVII° giorno:  Nusa Dua, Jimbaran e volo

Di mattina dopo colazione visitiamo con gli scooter la penisola Nusa Gede, distante pochi minuti dall’hotel. Nusa Gede è un luogo che colpisce per la sua bellezza naturale, presentando ampi giardini curati con alberi e fiori, spiagge incontaminate, scogliere selvagge e spettacolari panorami sul’oceano. Una delle sue attrazioni più iconiche è il Waterblow, ossia lo spettacolo degli spruzzi d’acqua creato dalle onde che si infrangono sulle rocce dell’area. Procedendo verso nord, lungo la curatissima e scenica striscia pedonale del lungomare Pantai Nusa Dua,  si raggiunge un’altra piccola penisola, Nusa Dharma, che appare alberata, incentrata da un piccolo tempio (Pura Nusa Dharma Nusa Dusa) e con buoni scorci panoramici. Sul lungomare di Pantai Nusa Dua si possono ammirare, dall’esterno, dei lussuosi resort, come Melia, The Laguna, The Westin, Nusa Dua Beach, Sofitel, Club Med, ecc… Dopo la visita procediamo per il check-out ed il trasferimento a Jimbaran con auto e autista privato fornito dai parcheggiatori dell’hotel (Nusa Dua-Jimbaran 9km, 20minuti, 15000rupie).

Jimbaran  è una località della penisola di Bukit, situata lungo la costa sud-occidentale di Bali, a 6,5km da Kuta e 5,5km dall’aeroporto di Denpasar. Piccolo villaggio di pescatori, Jimbaran, ha richiamato il turismo per le immense spiagge bianche, l’ atmosfera rilassante, le buone strutture ricettive e per i ristorantini di pesce che si susseguono lungo la baia.  Alloggiamo al Keraton Jimbaran Resort, caratterizzato da una splendida architettura tradizionale in legno e bambù.

Un enorme gong sul lato destro del portale di ingresso segna il benvenuto nell’area reception. Dopo il check-in accediamo nel  lussureggiante giardino, adornato da piante tropicali, palme, frangipani, bonzai  e statue, ove si nascondono accoglienti camere e bungalow. Più avanti si trovano una bellissima ed ampia piscina a sfioro e un ristorante vista mare. Segue una stretta stradina di lungomare separatoria con alcuni maestosi alberi, poi l’immensa spiaggia di sabbia bianca ed infine il mare azzurro. Dopo aver sistemato le valigie, raggiungiamo a piedi, il piccolo lungomare sulla destra dell’accesso alla spiaggia del Keraton, ove si trovano diversi negozietti e i migliori warung di Jimbaran, tutti dotati di tavoli al chiuso e tavoli con gazebo all’aperto, sulla spiaggia. Ci fermiamo al Warung Bamboo (10-23), un piccolo ristorante, di fronte al mare, che una volta provato, non trova paragoni con gli altri ristoranti di Jimbaran, sia per la qualità e freschezza dei prodotti, sia per i bassi prezzi.

Noi abbiamo preso un menù per due da 350K, comprendente dentice da 1kg, gamberi, vongole, calamari fritti, diverse salsine, riso, verdure, 2 bibite al succo di limone, in più a parte acqua, riso,  pesce appetibile per nostra figlia e banana fritta. Tutto è stato delizioso con servizio sorridente e impeccabile. Altri ristorantini simili al warung Bamboo, che si susseguono sulla strada, sono Warung Ramayana, Jimbaran Beach Cafè, Bayang Cafè Jimbaran,  Jimbaran Garden, ecc… Al ritorno, shopping negli interessanti negozietti situati di fronte ai warung, poi relax prima in piscina, poi in spiaggia fino al tramonto. La spiaggia di Jimbaran, di tardo pomeriggio-sera, diviene molto affollata, meno vivibile, ma sempre molto piacevole. Dalla spiaggia è visibile la maestosa statua di Garuda dell’omonio parco Garuda Wisnu Kencana. Dopo doccia ritorniamo sulla spiaggia e dopo un po’ di cammino in direzione nord, ci fermiamo al Beach Bali Cafè, ristorante con tavoli sulla spiaggia, spettacolo di danza tradizionale e discreto cibo con rapporto qualità/prezzo lontano dai livelli del warung Bamboo.
Esausti ritorniamo in Hotel.

La mattina seguente ci alziamo con calma in una bella giornata di sole. Dopo buona colazione in hotel, dedichiamo la mattinata al relax e ai giochi in piscina ed in spiaggia,  con massaggio balinese compreso, eseguito sui lettini situati sulla spiaggia di fronte al Keraton (Bali Beach Massage by Ria). Dopo il check-out, pranzo all’ottimo Warung Ramayana, situato  vicino e sulla stessa strada del Warung Bamboo. Alle ore 16.00, con auto e autista privato fornito dall’hotel,  ci trasferiamo all’Areoporto Internazionale Ngurah Rai (5,5km per circa 10-15minuti d’auto, al costo di 150000rupie).

Volo alle ore 20 Bali-Singapore, con pausa di 3,30 ore nel magnifico areoporto di Singapore-Changi, ricco di aree verdi, di negozi internazionali e di ristoranti. Volo alle ore 23.30 Singapore Roma con arrivo a Roma alle ore 8 del giorno 12.07.